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Trovano nella cantina una testa dell’epoca romana

L'opera è stata consegnata questa mattina ai Musei Archeologici Nazionali di Venezia e della Laguna dai Carabinieri

Trovano nella cantina una testa dell’epoca romana

Rinvenuta inizialmente in un campo agricolo toscano tra gli anni ’40 e ’50, la testa marmorea è stata oggetto di furto e successiva ricettazione, rimanendo poi abbandonata per decenni.

VENEZIA – Una testa in marmo raffigurante la dea Diana è stata ufficialmente consegnata questa mattina ai Musei Archeologici Nazionali di Venezia e della Laguna dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Venezia. Il prezioso manufatto, parte di una statua a grandezza naturale, rappresenta un importante recupero per il patrimonio culturale italiano.

La scultura, attribuita con certezza all’epoca romana e realizzata probabilmente da una bottega del centro Italia, era destinata a decorare ambienti di prestigio. Gli studiosi escludono un contesto santuariale, ritenendo più plausibile una collocazione in una villa privata o in spazi pubblici di rappresentanza, come le terme. L’acconciatura, tipica delle divinità, conferma l’identità della figura come Diana, dea della caccia e della natura.

Il manufatto è stato rinvenuto nel luglio 2023 in una cantina di Venezia, parte di un asse ereditario. La segnalazione è avvenuta grazie alla collaborazione dei nuovi proprietari dell’immobile, che hanno rispettato gli obblighi previsti dal Codice dei beni culturali e del paesaggio. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Venezia e supportate da archeologi della Soprintendenza e dell’Università di Padova, hanno permesso di ricostruire il complesso passato dell’opera.

Rinvenuta inizialmente in un campo agricolo toscano tra gli anni ’40 e ’50, la testa marmorea è stata oggetto di furto e successiva ricettazione, rimanendo poi abbandonata per decenni.

A marzo 2024, la Procura ha disposto il dissequestro e la consegna del bene allo Stato, assegnandolo ai Musei Archeologici Nazionali di Venezia. L’intera operazione sottolinea l’impegno dei Carabinieri TPC nel contrastare il traffico illecito di reperti culturali e nel garantire la tutela del patrimonio collettivo.

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