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11.12.2024 - 17:31
Erika Baldin
VENEZIA - Con un voto unanime, il Consiglio Regionale del Veneto ha bocciato ogni ipotesi di costruire centrali nucleari a Porto Marghera e nella gronda lagunare, area simbolo del patrimonio ambientale e naturale della regione. La decisione è arrivata dopo l’approvazione di un emendamento presentato dalla consigliera Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle, al Documento di economia e finanza regionale (DEFR). Questo atto legislativo ha come obiettivo la salvaguardia dell’ambiente e della salute dei cittadini veneti, minacciati da potenziali impianti nucleari nella delicata zona della laguna di Venezia.
«Finalmente l’assemblea veneta ha scelto da che parte stare -, ha commentato soddisfatta Baldin -. Per l’ambiente e per la salute della cittadinanza, minacciata dalla costruzione di reattori nucleari a ridosso della laguna, senza considerare i rischi legati allo stoccaggio delle scorie». L’emendamento di Baldin era inserito nella missio ne 9 del DEFR, che riguarda lo sviluppo sostenibile e la tutela dell’ambiente. L’esponente del M5S ha sottolineato che la riconversione dell'area industriale di Porto Marghera era già prevista nel documento, con specifiche riguardo agli accordi di programma per la zona di Malcontenta. Grazie al suo emendamento, è stata aggiunta la precisa dichiarazione di rigetto verso ogni ipotesi di nucleare in quella zona.
La decisione rappresenta una netta sconfitta per coloro che, tra cui numerosi esponenti nazionali di Forza Italia, avevano recentemente spinto per una rapida accelerazione della costruzione di centrali nucleari. Nonostante l’importanza del tema, i consiglieri di Forza Italia erano assenti al momento della votazione. Tra coloro che sostenevano l’idea nucleare figurano esponenti di spicco come il presidente di Forza Italia Antonio Tajani, il ministro degli Affari Europei Raffaele Fitto e il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso (FdI). A loro aveva già risposto, a livello regionale, il presidente Luca Zaia, dichiarandosi fermamente contrario a qualsiasi impianto nucleare in una zona già gravata da un secolo di industria chimica e idrocarburica.
Erika Baldin ha concluso ricordando che ora la palla passa a Roma: «Il presidente Zaia ha dato una risposta chiara, e ora anche la sua maggioranza ha seguito questa posizione. Ora è il momento che anche il governo nazionale agisca in questa direzione». La consigliera ha poi aggiunto l’importanza di fare un ulteriore passo avanti: «Occorre orientare il Veneto verso la produzione di energia pulita da fonti rinnovabili, come unica alternativa praticabile ai combustibili fossili».
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