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Lo studio
20.12.2024 - 13:27
VENEZIA - L'Operazione Fiumi di Legambiente, giunta alla sua quarta edizione, ha rivelato dati preoccupanti sulla qualità delle acque fluviali della regione. Con il supporto tecnico di ARPAV e il contributo di Coop Alleanza 3.0, questa iniziativa ha analizzato 120 campioni d'acqua prelevati da 13 corsi d'acqua, mettendo in luce la presenza di inquinanti chimici come il glifosate e i Pfas, oltre ai batteri fecali.
Il glifosate, un erbicida ampiamente utilizzato in agricoltura, è stato rilevato in concentrazioni superiori ai limiti di legge in tre punti critici: il Canalbianco a Loreo, il Sile a Cavallino Treporti e il Dese a Venezia. Questo dato è allarmante, considerando che il glifosate è noto per i suoi effetti negativi sull'ambiente e sulla salute umana. Parallelamente, la presenza di PFAS, composti chimici utilizzati in numerose applicazioni industriali, è stata riscontrata in 15 dei 16 punti di campionamento. In particolare, il Fratta-Gorzone e il Retrone a Vicenza hanno mostrato livelli di Pfos e Pfoa ben al di sopra degli standard di qualità ambientale. Questi composti, noti per la loro persistenza nell'ambiente e la loro capacità di accumularsi negli organismi viventi, rappresentano una minaccia significativa per la salute pubblica.
Oltre agli inquinanti chimici, l'Operazione Fiumi ha evidenziato una diffusa contaminazione da batteri fecali. Il 17% dei punti monitorati ha superato il limite di legge di 5.000 MPN/100ml, mentre il 52% ha oltrepassato l'indice di buona qualità suggerito da ARPAV di 1.000 MPN/100ml. Particolarmente critici sono i dati relativi al fiume Retrone e al Bacchiglione, dove i livelli di Escherichia coli sono risultati estremamente elevati.
Le rilevazioni di Legambiente dimostrano che l'inquinamento da PFAS non è confinato alle aree storicamente colpite, come le province di Vicenza, Verona e Padova, ma si estende anche ad altri corsi d'acqua come il Sile e il Dese. Questo scenario sottolinea la necessità di un monitoraggio continuo e di interventi mirati per ridurre l'impatto di questi inquinanti.
Secondo Piergiorgio Boscagin della Segreteria di Legambiente Veneto "I dati raccolti dal monitoraggio che abbiamo svolto sulla contaminazione da Pfas nei nostri corsi d'acqua dimostrano come questi inquinanti siano presenti anche in luoghi lontani dalla pesante contaminazione venuta alla luce nel 2013 e che interessa le province di Vicenza, Verona e Padova. Ai dati dei fiumi che attraversano i luoghi della contaminazione storica, Fratta Gorzone, Retrone e Bacchiglione, si aggiungono corsi d'acqua quali il Sile, il Dese e, in alcuni punti, anche l'Adige. Situazione che preoccupa e che dimostra una volta ancora, come sia necessario un monitoraggio accurato delle molte fonti legate al rilascio di questi pericolosi inquinanti Così come preoccupa il ritrovamento, in alcuni dei campioni d'acqua esaminati, dei cosiddetti nuovi Pfas: ADONA,HFPO-DA,GenX, 6:2FTS, C6O4, ritenuti da molti studiosi non meno pericolosi dei Pfas conosciuti e studiati sino ad oggi".
Proprio a riguardo del problema Pfas, Legambiente, Mamme no Pfas, Cgil Veneto e tante altre organizzazioni costituite parte civile nel processo per l'inquinamento da Pfas delle acque del vicentino e del veronese sono oggi in presidio di fronte al tribunale della città di Vicenza per richiamare l'attenzione sul dibattimento in corso che, nonostante stia volgendo a conclusione, è ancora avvolto da criticità irrisolte che meritano risposta. Nodi che l'associazione ambientalista ed i cittadini chiedono alla procura ed alle istituzioni di sciogliere, visto che la situazione della contaminazione è ben lontana dall'essere risolta, come sembrano confermare anche i dati puntuali raccolti dai volontari di Legambiente.
"I Pfas stanno contaminando la nostra esistenza e la loro presenza, sia diffusa e ubiquitaria che gravemente puntale, necessita risposte da parte di tutte le autorità pubbliche che devono fare ognuna la loro parte, agendo con bandi a produzione e utilizzo, regolamenti d'uso, limiti restrittivi, bonifiche e condanne per gli inquinatori - dichiara Giulia Bacchiega Vice Presidente di Legambiente Veneto - e sottolinea come lo stimolo più importante che la campagna di Operazione Fiumi vuole attivare, attraverso l'esame dell'impatto sulla salute dei fiumi delle attività umane, è quello di alzare il livello di attenzione sul concetto di ripristino fluviale e sui suoi benefici, esortando la politica a prendere immediate misure per proteggere e stimolare comportamentali sostenibili per una più rapida transizione verso un'economia e uno stile di vita più sostenibili".
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