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03.01.2025 - 13:04
Qual è il segreto di un dolce che riesce a unire generazioni e culture, mantenendo intatta la sua essenza pur evolvendosi nel tempo? La pinza, o pinsa, è uno di quei dolci che, come un buon libro, racconta storie di tempi passati e di tradizioni che si rinnovano. Originario del Veneto, questo dolce rustico è un simbolo delle festività dell'Epifania, un momento in cui la comunità si riunisce per celebrare la fine delle festività natalizie e l'inizio di un nuovo anno.
La pinza è uno dei dolci più antichi della cucina veneta, una preparazione che affonda le sue radici nella cultura rurale. Anticamente, veniva cotta sotto le braci dei falò, tipici dell'Epifania, un'usanza che ancora oggi viene celebrata in molte località del Veneto. La sera del 5 gennaio, infatti, la tradizione vicentina vuole che si bruci la Befana, si festeggi con il falò mangiando la pinza, bevendo vin brulé e cantando filastrocche popolari di buon auspicio per l'anno nuovo. Ma cosa rende la pinza così speciale? È un dolce di origine povera, preparato con ingredienti semplici e spesso con gli avanzi delle festività natalizie. La sua versatilità è tale che non esiste una sola ricetta: ogni famiglia ha la sua versione, tramandata di generazione in generazione. La base è solitamente costituita da farina di mais gialla, ma le varianti sono infinite, arricchite con frutta essiccata, noci, mandorle, pinoli e aromi come anice e finocchio.
La ricetta tradizionale della pinza prevede l'uso di farina di polenta gialla e farina 00, mescolate con zucchero, burro, latte e lievito. A questi si aggiungono ingredienti come gherigli di noce, uva sultanina bagnata con grappa, fichi secchi, pinoli, mele, semi di finocchio e buccia di limone. Il tutto viene amalgamato e lasciato riposare prima di essere cotto in forno. Un'altra variante prevede l'uso del pane raffermo, un modo per non sprecare nulla e dare nuova vita agli avanzi. In questo caso, il pane viene inzuppato nel latte, arricchito con uvetta, fichi secchi, noci, miele, mele e agrumi, creando un dolce che è un vero e proprio inno alla sostenibilità e alla creatività in cucina.
Nonostante le sue origini antiche, la pinza continua a evolversi. Oggi, molti chef reinterpretano questo dolce tradizionale, utilizzando ingredienti più ricchi e tecniche moderne per esaltarne i sapori. Tuttavia, il cuore della pinza rimane lo stesso: un dolce che racconta storie di famiglia, di comunità e di un tempo in cui la cucina era un atto di amore e condivisione. La pinza si abbina perfettamente a vini rossi come il fragolino o il vin brulé, che ne esaltano i sapori e ne completano l'esperienza gustativa. E mentre si gusta una fetta di pinza, magari accanto al camino, si può recitare la filastrocca popolare che accompagna questo dolce: "Pane e vino, la pinza sotto il camino. Faville a ponente, pannocchie niente, faville a levante, pannocchie tante".
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