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Il Veneto e la sfida del fine vita: una proposta di legge per l'eutanasia legale

L'Associazione Luca Coscioni raccoglie 74.039 firme per legalizzare l'eutanasia, tra divisioni politiche e sostegno popolare.

Il Veneto e la sfida del fine vita: una proposta di legge per l'eutanasia legale

VENEZIA - Il dibattito sul fine vita torna al centro della scena politica italiana con una proposta di legge che promette di scuotere le fondamenta del sistema legislativo attuale. L'Associazione Luca Coscioni ha depositato in Senato 74.039 firme raccolte per legalizzare tutte le scelte di fine vita, inclusa l'eutanasia attiva. Un risultato che testimonia un crescente desiderio di autodeterminazione da parte dei cittadini, in un contesto politico spesso diviso e incerto.

La raccolta firme, che ha visto il Veneto tra le dieci regioni più virtuose, rappresenta un nuovo tentativo di portare avanti una battaglia che ha già conosciuto numerosi ostacoli. Con 57mila firme raccolte online in sole due settimane e 17.039 ai tavoli organizzati in tutta Italia, l'iniziativa popolare si propone di disciplinare le condizioni e le procedure per richiedere assistenza nel porre fine volontariamente alla propria vita. L'obiettivo è eliminare le discriminazioni tra persone malate, garantendo il rispetto della dignità umana e dell'autodeterminazione.

In Veneto, la questione ha diviso non solo maggioranza e opposizione, ma anche le stesse alleanze politiche. Mentre la politica fatica a trovare un consenso, i cittadini sembrano avere le idee chiare. Il Friuli Venezia Giulia guida la classifica delle regioni più attive, seguito da Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e altre, con il Veneto che si distingue con una firma ogni 788 abitanti.

Filomena Gallo e Marco Cappato, rispettivamente Segretaria nazionale e Tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni, hanno espresso gratitudine verso i sottoscrittori della proposta di legge. "Da oggi, i Parlamentari italiani avranno sul tavolo un testo che rafforza ed estende i diritti che abbiamo finora strappato attraverso le disobbedienze civili e i ricorsi giudiziari", hanno dichiarato. La proposta prevede la presa in carico da parte del Servizio sanitario nazionale e la partecipazione volontaria dei medici, con verifiche da concludere entro 30 giorni dalla richiesta.

In contrasto, la proposta di legge del Governo mira a restringere le possibilità di ottenere l'aiuto alla morte volontaria, escludendo persone dipendenti da farmaci salvavita e riducendo il ruolo del Servizio sanitario nazionale. Questo approccio ha sollevato critiche, poiché potrebbe negare di fatto l'aiuto ai malati terminali, affidando le decisioni a un organo di nomina governativa e alla magistratura. Il dibattito è aperto e la strada verso una legislazione chiara e condivisa appare ancora lunga. Tuttavia, il sostegno popolare dimostrato dalle firme raccolte potrebbe rappresentare un passo decisivo verso un cambiamento significativo nel panorama legislativo italiano.

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