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Coldiretti

Manifestazione a Mestre, la guerra costa 1 miliardo di export di cibo

C'era anche Luca Zaia a Forte Marghera. Trattori, vacche ma soprattutto centinaia di agricoltori, soci Coldiretti da tutto il Veneto, hanno manifestato ieri per dire “stop alle speculazioni”

VENETO - Ottocento agricoltori hanno detto "no alle speculazioni". Trattori, vacche ma soprattutto centinaia di agricoltori, soci Coldiretti da tutto il Veneto, hanno manifestato ieri 25 febbraio a Forte Marghera per dire “stop alle speculazioni” che stanno strozzando le
aziende agricole e anche per dire no alla guerra che oltre alle atrocità sulle vite umane compromette le esportazioni agroalimentari Made in Italy in Russia e in Ucraina che nel 2021 hanno complessivamente superato un miliardo di euro. 


Moltissimi i rappresentanti delle istituzioni che si sono alternati sul palco per sostenere un’azione condivisa a tutela del patrimonio agroalimentare e degli anelli deboli della filiera: produttori e consumatori. Al loro fianco è sceso Luca Zaia Presidente della Regione del Veneto insieme al Sindaco di Venezia Luigi Brugnaro con lui anche l’assessore comunale Renato Boraso ed ancora gli assessori regionali all’agricoltura Federico Caner  e Territorio  Cristiano Corazzari, il Presidente del
Consiglio Veneto Roberto Ciambetti, la Vice Francesca Zottis e il Vice Nicola Finco  e i consiglieri regionali Marco Dolfin, Silvia  Cestaro,  Laura Cestari, Roberto Bet, Gianpietro Possamai, Enoch Soranzo, Puppato Giovanni, Gabriele Michieletto.

Se le vendite in Russia hanno raggiunto lo scorso anno 670 milioni di euro con un aumento del 14% rispetto al 2020, dovuto soprattutto a pasta, vino e spumante, quelle in Ucraina valgono altri 350 milioni di euro, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat. 


Gli effetti del conflitto ucraino rischiano dunque di cancellare completamente il Made in Italy a tavola dai mercati di Mosca e Kiev – denuncia la Coldiretti - aggravando ulteriormente gli effetti dell’embargo deciso da Putin con il decreto n. 778 del 7 agosto 2014, e da allora sempre prorogato, come risposta alla sanzioni decise dall’Unione Europea, dagli Usa ed altri Paesi per l’annessione della Crimea.

Un blocco che è già costato alle esportazioni agroalimentari tricolori 1,5 miliardi negli ultimi 7 anni e mezzo. 

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